Venerdì è arrivata l'impaginazione finale del libro con le correzioni fatte dal revisore di bozze e da Marcello. L'ultimo intervento era necessario per motivi di spazio visto che il libro superava le 320 pagine ed era quindi un po' troppo voluminoso, commercialmente parlando.
All'inizio mi sono preoccupato: perchè un'altra revisione? Perchè non è stato chiesto a me di tagliare qualcosa? Perchè non ho saputo niente fino a oggi? Sarò paranoico, ma visto che ogni riga può diventare oggetto di giudizio o motivo di risentimento per gli altri, ho cominciato a temere il peggio.
In realtà poi ho scoperto che Antonella ha creato un ottimo scudo tra me e l'editore, evitando a tutti eventuali incomprensioni e stemperando adeguatamente problemi e punti di vista. Perchè, come giustamente mi ha spiegato, il libro alla fine l'ho scritto io e quindi deve contenere un po' della mia personalità. Se si inizia ad entrare sull'io l'avrei scritto così o io lo immaginavo invece così si rischia di farlo diventare un contenitore mio per concetti di altri. Marcello ha capito subito e in qualche maniera ha cercato di limitarsi a questioni stilistiche e formali con il solo obiettivo di risparmiare spazio e rientrare nelle pagine preventivate.
Sabato c'è stato comunque un momento di impasse. Rileggendo il testo così asciugato venivano fuori tutte le dimenticanze che ci erano sfuggite nelle precedenti revisioni, magari perchè precedentemente diluite in una serie complessa di periodi e arricchimenti.
Dopo le prime 180 pagine avevo più o meno altrettante correzioni: discretamente troppe rispetto al normale ciclo di chiusura di un libro.
Ho scritto ad Antonella in emergenza, preoccupato dell'ammontare delle cose da rivedere. Lei mi ha consiglaito di staccarmi dal testo e dalle correzioni per evitare di bloccarmi su me stesso.
Da un certo punto di vista aveva ragione: succede spesso che, dopo una creazione, l'artista tenda a non vedere i difetti e a rifiutare le correzioni altrui. Credo sia un problema di distacco: dopo qualche mese ti rendi conto che quell'idea che ti sembrava irrinunciabile e fondamentale non lo era minimamente, anzi era pure pensata male.
Forte del consiglio di Antonella ho scritto per ogni correzione il perchè ritenevo utile farla.
Un'idea semplice ma importantissima per limitare eventuali attaccamenti personali: pensando al motivo ci si rende subito conto di quanto il suggerimento sia più o meno futile.
Alla fine molte correzioni erano legate a problemi di forma grammaticale (tempi dei verbi, parole ripetute in una stessa frase, avverbi ridondanti) e logica (rafforzamento di determinate "deviazioni " del discorso, separazione tra periodi).
Nel mucchio c'erano anche un paio di frasi "ad effetto" utilizzate per chiudere alcune parentesi narrative: ho chiesto di reinserirle perchè le sentivo particolarmente mie. Spero che non ci saranno problemi a farlo.
Alle 2:16 di domenica mattina ho terminato il lavoro e ho inviato tutto alla povera Antonella, che proprio ora mi conferma la ricezione dopo uno stravolgente corso (incredibile, anche di domenica, instancabile e determinata). L'ho ringraziata di cuore. Spero abbia capito quanto apprezzo quello che fa.
Forse lunedì mi chiamerà anche Marcello per tranquillizarmi. In realtà non ce l'ho con lui, anzi ho visto che in alcuni passaggi ha avuto quel coraggio revisionista che io non ho mai avuto. Ora il testo scorre sicuramente più snello e lineare.
Vedremo poi quello che succede. Nel frattempo spero di non essere passato per il solito principiante paranoico e di aver contribuito a migliorare una creatura a cui comincio a tenere molto.
Chi ci protegge dal dossieraggio tecnologico?
3 settimane fa
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