Neanche le basi...
Incredibile. Proprio oggi il Wall Street Journal riporta che, a causa dell'assenza di crittografia tra le comunicazioni del drone US Predator con l'operatore di terra, alcuni insurrezionisti iraqueni e afghanistani sebrerebbero aver avuto la possibilità di intercettare i flussi video raccolti dal sistema. Il problema è stato identificato solamente a luglio del 2009, ossia nel momento in cui alcune pattuglie militari scoprirono alcuni portatili contententi appunto tonnellate di video provenienti dalle telecamere di bordo del drone.
Il problema sembrerebbe legato alla tecnologia di comunicazione proprietaria che non avrebbe consentito l'introduzione dei classici meccanismi di crittografia. Per implementare questa caratteristica, l'esercito americano avrebbe dovuto upgradare il modello di rete che interconnette i droni agli operatori. Quanto però questa complessità fosse effettivamente legata ad un qualche insormontabile problema tecnologico, ovviamente non ci è dato saperlo.

Ovviamente non manca il "tool" del perfetto hacker guerrigliero per dare un tocco di underground alla vicenda. In questo caso lo strumento magico si chiama SkyGrabber ed è in grado di ascoltare i segnali broadcast inviati dai satelliti, siano essi mono direzionali o bi-direzionali. Segnali facilmente ascoltabili a causa di quel limbo dove tutti gli utenti del servizio condividono le stesse risorse radio...

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