Tiger Team's world
Grazie a Facebook la notizia del libro si è diffusa in pochissimi giorni. E' arrivata a persone che non mi sarei mai aspettato, più o meno vicine, con tante sorprese e ricordi che mi hanno riportato a quel momento magico che io e un'altra ventina di persone abbiamo vissuto tra il 2003 e il 2006.
La storia non ha mai reso giustizia di quello che era chiuso in quegli uffici in Viale Parco dei Medici. Molti hanno l'immagine di un'oscura sala "Mara" avvolta da una coltre di fumo in cui allampanati individui urlavano come ossessi "ieri Ikon, oggi telecom, domani il mondo!!!".
Ricordo Laura, il giorno in cui vide il suo nome sui giornali, additata come parte di un gruppo responsabile di abusi e attacchi di ogni genere. Per lei non avevano usato il nickname (come per gli altri) e in barba ad ogni regolamentazione immaginabile l'avevano sbattuta in prima pagina, colpevole solo di essere nella lista consulenti del Tiger Team che era fuoriuscita senza controllo. Ricordo ancora la voce rotta dalla preoccupazione: gli dissi che poteva stare tranquilla perchè io avrei sempre difeso il gruppo, a qualunque costo.
Dopo l'annuncio del libro ho visto con piacere molti di loro parlarne, li ho anche "sentiti" discutere sull'opportunità o meno di questa scelta, e per qualcuno ho percepito l'evidente preoccupazione per una ferita "riaperta" che avevano ormai chiuso nel cassetto.
Per molti infatti quell'avventura è diventata oggetto di vergogna, per altri motivo di disoccupazione, per altri ancora un ostacolo per ricrearsi una vita professionale, al punto che in tutti i Curriculum Vitae di questi ragazzi troverete sempre un anonimo "Attività di vulnerability assessment per Telecom Italia".

Perchè è vero.
Come mi ha ricordato qualcuno al telefono, alla fine "per questa storia abbiamo sofferto tutti" (anche se poi alla fine in galera ci sono finito io) e quindi capisco anche la diffidenza e la preoccupazione che una scelta di questo tipo possa comportare.

Come ho sempre detto, non ho mai scritto questo libro per un'autodifesa o una vendetta personale. Ho solo deciso di raccontare una storia, e in questa storia raccontare cosa facevano tutti quei ragazzi, in cosa credevano e perchè ci mettevano sempre il massimo. Di un progetto che ci coinvolgeva tutti e che non aveva nulla a che vedere con la fame di attacchi e spionaggi industriali che gli è stata affibbiata.
Ragazzi che hanno creduto con me nella possibilità di creare un modello di sicurezza "vero" e innovativo, precursore dei tempi e d'esempio per tutti, anche per i colleghi d'oltremanica.
Magari non ci siamo riusciti, ma in quel momento i risultati ci davano ragione, ed è grazie a questi che molte cose in Telecom sopravvivono e hanno una loro progettualità.

Non tutti erano dei geni, non tutti erano facili da gestire, e non tutti avevano la forza morale per reggere tutto questo. A tutti questi dico di stare tranquilli, perchè questo libro consentirà forse di ricordare quei momenti con un sorriso, riabilitando una storia che è stata completamente schiacciata da vendette e interessi più o meno personali.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea, proprio ieri sono stato ad un colloquio e con mio enorme stupore colei che mi faceva il colloquio tecnico mi dice : "guarda ho cercato un pò su internet ed ho trovato il tuo nome in un articolo del corriere della sera" ovviamente è stato inutile spiegarle che non ero coinvolto nella cosa perchè mi risponde con estrema sicurezza "bhe ! comunque il tuo nome è in quell'articolo, potrebbe essere un problema anche se sei una persona tecnicamente valida" mi viene in mente solo una cosa, molte persone non vedono al di là del proprio naso per quanto tu voglia spiegare le cose come siano andate effetivamente.
Grazie comunque di tutte le lance che spezzerai in nostro favore.

r0xario

Anonimo ha detto...

daje andre!! mi auguro che questa iniziativa ti consenta di raggiungere l'obiettivo prefiissato. io intanto mi metto in fila per l'acquisto del libro! un abbraccio sincero a tutta la famiglia.rai

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